La parola “nostalgia” ha un’etimologia bellissima. È composta da due parole greche: nostos, ritorno, e algos, dolore. La nostalgia è, letteralmente, il dolore del ritorno.
In pratica è il desiderio doloroso di tornare in un luogo che ci è caro e che si trova ormai lontano da noi. Quel luogo di solito è la nostra casa, ma può essere anche un posto qualunque, nel quale ci siamo sentiti accolti, compresi, al sicuro. A casa, appunto.
Eppure la definizione di luogo è un po’ fuorviante: infatti non si tratta solo di un punto definito nello spazio (o nel tempo). Può trattarsi di una situazione, o anche di una sensazione. Può essere un insieme di eventi. Più facilmente può trattarsi di qualcuno.
Perché “casa” non è solo un luogo fisico, ma anche e soprattutto mentale. È il punto fermo, la sicurezza, il conforto e il riposo. È là dove possiamo trovare rifugio per riprenderci da ciò che avviene all’esterno. È dove possiamo recuperare le energie, rigenerarci ed essere completamente noi stessi. È, soprattutto, dove ci sentiamo bene.
Quindi che sia fatta di mattoni o di carne ed ossa, che poggi su quattro ruote o che affondi le sue radici nel terreno, poco importa. Se quando te ne allontani fa male, allora quella è casa tua.
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